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Etimologia della parola spirito

Avere spirito significa avere le Palle.

In questi articoli di pseudo-filologia cerco di nutrire l’idea che molte se non quasi tutte le parole dei linguaggi moderni come l’italiano e l’inglese, provengano di fatto dalle lingue cananee semitiche come l’aramaico e poi l’ebraico che ha fatto da lingua matrice per tutte le altre lingue indo-europee.

In questo articolo ci occupiamo di risalire all’origine della parola Spirito, cercando fra le radici ebraiche, quale significato avevano queste 3 lettere insieme (S – P – R).

La prima grande considerazione va fatta nella direzione della parola sephiroth, sfera. Secondo la Kabbalah, tutto nella creazione si organizza come un albero che cresce, un sistema di ramificazioni con all’interno 10 SPHERE collegate fra di loro, il cui ruolo è emanare una certa luce e raffinare l’energia in entrata, sono come stazioni di raffinamento dell’energia con funzioni specifiche. L’albero della vita è un diagramma di flusso che rappresenta appunto l’intricato sistema di ramificazioni e rapporti fra la SPHERA più alta del mondo divino e la zona più bassa, appunto la realtà fisica, il luogo dove tutto accade.

Per capire meglio l’argomento albero della vita, invito a leggere gli articoli nella sezione kabbalah.

Qui abbiamo quindi la prima idea originale di spirito, lo spirito è il movimento dell’energia o della consapevolezza all’interno delle 10 Sphere. Lo spirito è la volontà, è il fuoco del volere qualcosa, senza lo spirito non si può voler nulla. Il verbo volere è una componente fondamentale della nostra esistenza, declina il:

  • voler sapere
  • voler capire
  • voler amore
  • voler giustizia
  • volere equilibrio
  • volere bellezza
  • volere vantaggi
  • volere ciò di cui si sente desiderio o necessità
  • volere manifestare

Insieme a tantissime altre sotto sfumature, il verbo volere rappresenta un aspetto centrale del linguaggio e dell’esperienza di ogni essere vivente, dalla cellula, all’elefante, alla tartaruga, all’uomo. Spirito non è sinonimo di volontà di per se, è sinonimo di sephiroth, in questo caso bisogna immaginare l’albero della vita come una specie di circuito elettrico, con un polo positivo ed un polo negativo, ed in mezzo tutta una serie di lampadine che fanno resistenza. Quando nasciamo il circuito si accedente e la corrente passa dal polo positivo, la sphera di Keter, la volontà, al polo negativo, la sphera di Malkuth chiudendo il circuito. Lo spirito è quindi assimilabile all’albero della vita e quindi a quell’elemento portatore delle 10 qualità divine con cui dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza.

Lo spirito quindi è la capacità dell’uomo di volere, sapere, capire, amare, giudicare, mediare, abbellire, splendere e necessitare. Attributi che esistono prima nel divino e poi nell’uomo secondo la logica kabbalistica.


Risulta interessante notare che all’interno del dizionario delle radici ebraiche la parola Shephar, che al contrario di Sepher inizia con una Shin invece che con una Samech, indica appunto i due attributi legati alle sephiroth inferiori, Netzach e Hod, rispettivamente la bellezza e la maestà.

 

 

 

 

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