“Cosa sono io?”
Questa è una delle domande più potenti che esistano, per la moltitudine di implicazioni che possono influenzare la direzione dei nostri passi. Si può affrontare questa domanda in diversi modi: uno attraverso l’intelletto e il pensiero, un altro attraverso l’esperienza diretta.
Di cosa hai bisogno per fare esperienza di chi sei veramente? Di consapevolezza.
La consapevolezza è una sostanza: se ne hai poca, percepisci poco; se ne hai molta, percepisci molto. Di conseguenza, per comprendere la tua vera natura, hai bisogno di una maggiore quantità di consapevolezza.
Esiste una verità fattuale e sperimentabile: noi siamo una colonia di “cose” che interagiscono tra loro per un certo periodo, creando la sensazione di individualità.
Cos’è l’individualità?
L’individualità è l’indivisibilità dei singoli pezzi che ci compongono. Finché non si dividono, restano insieme, creando l’illusione di un essere che si percepisce come separato dal tutto.
L’individualità è una cosa meravigliosa: ci permette di fare esperienza dell’amore, della bellezza, della giustizia, della saggezza e anche della sofferenza. Il problema è che non dura per sempre.
La consapevolezza – la capacità di essere consapevoli di qualcosa – è una funzione esercitata da un’infinità di piccoli fili luminescenti, spesso invisibili ai più, agglomerati in un ricettacolo che comunemente chiamiamo aura individuale o campo energetico. Queste sono fibre di energia, e ognuna di esse è consapevole. Le riceviamo al momento del concepimento. Ecco cosa siamo: una moltitudine di singoli fili che si trovano a vivere insieme per un po’.