Per gli antichi dire albero significava dire qualcosa che si ramifica, cresce, fa frutti e fiori, nel loro tentativo di cogliere la struttura profonda della realtà, vennero a conoscenza di un modo di rappresentare su carta la dinamica di formazione di tutte le cose che dio crea, creando la sua creazione.
Secondo gli antichi, se dio non esistesse, non esisterebbero quelle 9 virtù fondamentali che contraddistinguono gli essere umani da tutto il resto. Questi attributi sono la volontà, l’intelligenza, la saggezza, l’amorevolezza, il giudizio, l’equilibrio, la bellezza, la maestria, la capacità di rendere i desideri fondamentali. Questi attributi non si sono manifestati (molto) negli esseri umani perché cerano le condizioni, ma perché dio ci ha creato a sua immagine e somiglianza. Questo era il Rational del mondo ebraico antico.
Che questo sia vero o no è una questione che riguarda l’intima esperienza di ogni individuo e le sue capacità di percepire dio senza interpretarlo.
Quello che è importante sapere è che gli antichi avevano capito una cosa fondamentale, che quelle 9 virtù, sono le uniche che esistono e da quelle e per mezzo di quelle hanno origine tutte le possibili sfumature di ciò che viene a formarsi e si manifesta. Se ti sforzi di trovarne un’altra, che appartenga alla stessa categoria che non sia il risultato di un interazione fra quelle presenti, non ci riuscirai.
Quindi, questo è l’aspetto importante. Attraverso lo studio dell’albero della vita e dell’alfabeto ebraico, è possibile comprendere come queste 9 parti sono collegate fra loro e come insieme possono dare vita ad ogni sfumatura possibile.
Il secondo aspetto fondamentale da prendere in considerazione è che l’albero della vita è una mappa perfetta del giro del sole nelle 12 costellazioni, per capire bene questa dinamica suggerisco di iscriversi e accedere ai videocorsi dove approfondisco questo aspetto.
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L’Albero della Vita è la struttura dell’esistenza che dona la vita, al suo interno scorre una linfa che vitalizza tutto ciò che incontra, sui rami di questo albero crescono dei frutti, che permettono di vivere la vita con il massimo senso di appagamento esistenziale, ognuno di questi frutti è prodotto da una legione di angeli e al suo interno contiene una quintessenza. Chi decide di nutrirsi di questi frutti, ne sarà da essi sicuramente nutrito, vivificato, sostenuto, aiutato in modi spesso incomunicabili a parole.
La saggezza ebraica antica ci spiega come l’energia primordiale nel suo costante divenire, crea ogni cosa, l’Albero della Vita illustra come l’energia che proviene dalla fonte di tutto, passa dallo stato di potenzialità allo stato di manifestazione, seguendo 10 passaggi di raffinazione dell’energia. Le 10 Sephiroth sono centri di emanazione con funzioni specifiche che appunto elaborano l’energia o in discesa o in risalita lungo la struttura dell’albero.
Le sfere della colonna destra hanno caratteristiche di espansione e la loro funzione è di generare ed emanare energia, mentre le sephire della colonna di sinistra hanno caratteristiche di contrazione, e la loro funzione è di dare forma all’energia prodotta dall’altro lato.
Il pilastro centrale ha la funzione di organo equilibratore e regolatore. La differenza principale tra il pilastro di destra e quello di sinistra è che quello destro ha caratteristiche espansive, creative e generative, mentre quello sinistro è contrattivo, distruttivo, limitativo, il pilastro di destra fornisce energia, quello di sinistra gli dà una forma, quindi cancella, distorce, generalizza quello che il pilastro di destra gli fornisce. Si può anche dire che il pilastro di destra è la parte che tende verso la benevolenza e l’accettazione, il lasciare che le cose siano, mentre il pilastro di sinistra invece, tende a dominare, a controllare, a disciplinare, quindi anche a regolamentare.
Potremmo dire che il pilastro di destra ha a che fare con l’abbandono e quello di sinistra con il controllo.
Il pilastro al centro invece è proprio quello che ha il dovere di armonizzare, bilanciare, compensare, il controllo e l’abbandono.
Il pilastro destro è chiamato il pilastro della misericordia, nel linguaggio comune non religioso questa parola non viene quasi mai usata, viene confusa con pietà, compassione, indulgenza. La misericordia è la disposizione ad essere tendenzialmente buoni con gli altri e facili al perdono. Ma ecco appunto che una misericordia non equilibrata porta verso l’annebbiamento e la perdita della volontà, simultaneamente una severità non equilibrata porta ad un indurimento ed una inflessibilità che non portano da nessuna parte.
I tre pilastri rappresentano appunto 3 forze della natura, quella positiva, quella negativa e quella neutralizzante.
La kabbalah si pone come studio di carattere sia teorico che pratico volto ad equilibrare e bilanciare tutti gli opposti con maestria artistica.
Bisogna ricordare che l’albero della vita è un simbolo, appunto e in quanto tale cerca di essere portatore di certe idee, ad esempio l’idea del diramarsi, dell’estendersi delle possibilità. Quando immaginiamo di vedere tutti i collegamenti del sistema nervoso, o dei vasi sanguigni, ecco che questi ci appaiono come un albero con tante ramificazioni, nello stesso modo l’albero della vita può apparire come albero, pieno di diramazioni possibili che partendo da scelte generali, daranno vita a conseguenze più piccole.
La continuazione dell’articolo è a disposizione degli iscritti.
Le 10 Sephiroth come 10 livelli di apprendimento.
- Yesod: imparare a desiderare: sentire la mancanza di qualcosa
- Hod: imparare a brillare e far brillare tutti, cioè aumentare valore e importanza di tutti, diventare principi maestosi
- Netzach: imparare il bello, a rendere specifici i nostri desideri e collegarli ad un bisogno di bellezza
- Tifaret: imparare la moderazione, la moderazione di ogni aspetto e l’armonia fra opposti
- Gevurah: imparare la giustizia, apprendere ciò che è giusto fare in ogni circostanza, imparando la relatività del giusto e dello sbagliato in conformità con le leggi universali
- Chesed: Imparare l’abbondanza, imparare ad accedere ad immense quantità di energia che sono spesso attivate nel dare agli altri ciò che è abbondanza in sé stessi
- Binah: Imparare a capire e comprendere, per organizzare la vita con intelligenza
- Hockmah: Imparare a sapere, imparare ad accedere al bagaglio dell’esperienza dell’universo
- Keter: Imparare a volere, assumersi la responsabilità di realizzare tutte le intenzioni che ci troviamo ad avere
L’Albero della vita, con le sue 10 Sephiroth, illustra come la divinità crea tutto, questo vale sia per la creazione di un essere vivente, di un progetto, di una civiltà, di una galassia etc.
Le sephiroth e i 22 sentieri rappresentano il collegamento fra il creatore e la creazione, fra l’informazione e la materia, tra la potenzialità e la manifestazione.
Nella bibbia sono menzionati due alberi (in genesi 2:9 e 2:17), quello della vita e quello del bene e del male.
Questi due alberi rappresentano due fondamentali aspetti dell’esistenza, c’è la conoscenza in cui si tende a rimanere impantanati: l’aspetto descrittivo, mentale, intellettuale, interpretativo, sganciato dalla verità oggettiva, relativo all’albero del bene e del male, che appunto non tiene conto della componente energetica, vitale e cosciente del corpo, anzi la ignora completamente, e poi abbiamo l’Albero della vita: l’aspetto più oggettivo di ciò che sembra essere più reale e consistente, che non lascia spazio a tante interpretazioni. La Kabbalah ci porta a riconoscere che noi facciamo parte della vita, non siamo separati da essa, anche se a volte ce ne dimentichiamo.
All’interno della religione e della mistica ebraica, l’albero della vita è considerato in primo luogo un simbolo del modo giusto di vivere prendendo esempio dagli alberi e dai vegetali, il seme germoglia, mette radici, inizia a crescere, cerca di accedere alle risorse di cui ha bisogno, crea le foglie per assorbire la luce, fiorisce e dà buoni frutti, vive in armonia con gli altri, è tendenzialmente pacifico: in questo modo i saggi di questa tradizione cercavano di usare questa metafora, come modello ideale per lo sviluppo della coscienza umana.
Secondo la Kabbalah dal momento del concepimento alla nascita noi abbiamo attraversato in discesa le 10 Sephiroth, dove abbiamo incontrato una serie di energie angeliche che ci hanno fornito una serie di conoscenze e attributi fondamentali per la nostra vita.
La risalita dell’albero della vita prevede che la coscienza dell’individuo si desti dal mondo della materia, ed inizi a prendere coscienza di sé, a crescere, a cambiare ed evolversi, per riuscire a riconquistare la connessione con la propria volontà spirituale, la meta dell’albero della vita è completare il processo di individuazione, divenire pienamente se stessi, ottenere un perfetto equilibrio di tutte le qualità presenti nelle varie sephiroth, e per fare questo il mistico cammina sui sentieri del proprio albero e lavora su di sé.
La parola Evoluzione, ha intimamente a che fare con la parola Volontà.
Esistono 10 centri di emanazione e trasformazione dell’energia dove la divinità ha deposto gli attributi essenziali attraverso i quali l’infinito crea ogni cosa.
- Keter: la volontà
- Hockmah: la sapienza e la saggezza
- Binah: l’intelligenza e la comprensione
- Chesed: l’amore e l’abbondanza
- Gevurah: la giustizia e la severità
- Tiphareth: l’equilibrio e l’armonia
- Netzach: la bellezza e la costanza
- Hod: lo splendore e la maestà
- Yesod: il desiderio e il fondamento
- Malkuth: il regno fisico dove tutto ciò si manifesta.
Ognuna di queste stazioni è collegata alle altre sephire da sentieri dove passa energia, più energia passa da questa stazioni, più ci sarà un tipo di energia nobile e virtuosa, mentre quando l’energia non fluisce, a causa di perdite, blocchi, scarsa disponibilità le sephire si trasformano in contenitori vuoti, chiamate Qliphoth, gusci che verranno riempiti di energia inconscia, spesso oscura, bassa e viziosa.
Le 10 Sephiroth sono il sistema che il creatore usa per portare a manifestazione ogni sua volontà, le troviamo ad ogni livello della creazione, qui le studieremo dal punto di vista della struttura base della psiche, il sistema funziona in modo simile a quello dei chakra indiano, solo che 3 livelli in questo sistema sono considerati doppi. La forma dell’albero della vita è il modello che l’energia segue quando inizia a crescere attorno al nostro uovo luminoso, la nostra aura, il corpo energetico che abbiamo attorno a noi.
I sentieri di collegamento fra le sephire sono simili al concetto di meridiani o di nadi, se un condotto è bloccato, l’energia non scorre e le qualità delle due sephire interessate da quel condotto non si scambiano informazioni, e quindi non possono produrre il tipo di energia che è loro compito produrre, in tal caso avremo un problema. Ma l’albero della vita non è un complesso industriale di tubazioni idrauliche, è un albero, quindi non va montato, va fatto crescere, quindi bisogna essere sicuri che la pianta, che è la nostra anima, abbia le radici ben piantate per terra, che prenda sufficientemente luce dal sole, che abbia riserve di aria e acqua. Bisognerà , inoltre, tener conto anche dello spazio, se l’albero cresce in vaso, la sua crescita potenziale è altamente compromessa, bisogna assicurarsi di crescere il proprio germoglio in un giardino curato, senza l’uso di pesticidi, e facendo ricorso a tutti i suggerimenti che i saggi agricoltori celesti, che hanno coltivato il loro spirito prima di noi ci hanno lasciato.
La kabbalah ci insegna che il creatore non dà anime, dà semi, scintille divine, la possibilità che ci viene offerta è di poter tenere l’anima e quindi ottenere la vita eterna, ma su questo torneremo in un altro momento.
Ogni sephiroth è descrivibile attraverso una serie di parole chiave o di esempi di vita dove la funzione della sephirah è resa visibile in modo chiaro.
Keter – La volontà di volere, è la sephirah che rappresenta la corona di un Re che ha raggiunto la stanza del comando. Keter, tutta questa volontà, da sola non sa cosa volere e quindi si collega con le prossime due stazioni, Hockmah e Binah, creando rispettivamente la volontà di sapere e la volontà di capire. A questo livello siamo ancora molto lontani da qualcosa che può esistere, siamo nel livello degli archetipi, delle idee. Più si scende più si diviene concreti, ma almeno si sta iniziando a sapere e capire cosa si vuole.
Chesed è la sephira dell’amore, dell’abbondanza, della gentilezza. Come tutte le sephire del pilastro di destra (quindi della parte sinistra del corpo) forniscono energia, mentre quelle del lato sinistro (quindi della parte destra del corpo) danno forma all’energia prodotta. Chesed produce l’abbondanza, che può manifestarsi come abbondanza di sentimenti, di interesse per una persona, per un luogo, per qualcosa. Qui la volontà di sapere e capire, inizia ad essere la volontà di capire e sapere cosa si ama.
Gevurah, la controparte di Chesed invece produce giustizia, giudizio, forza, severità, è la parte di noi che ci insegna a dire di no, quando è necessario. Se Chesed ama indistintamente tutto, Gevurah seleziona la cosa giusta da amare, la persona giusta, la scelta giusta etc.
Quando Gevurah non è in funzione uno dei sintomi, è che non sappiamo riconoscere cosa è giusto per noi, o cosa è giusto fare e quindi non sappiamo prendere una posizione definita, oppure non sappiamo dire di no, quando siamo sottoposti a pressioni. Oppure è la parte che ci fa essere troppo duri o con noi stessi o con altre persone a noi vicine.
Scendendo ancora al centro troviamo Tiphareth, il nucleo centrale, questa è la sephira che ha il maggior numero di collegamenti con le altre Sephire, la sua funzione è quella di mantenere l’armonia e l’equilibrio, la sua parola d’ordine è “quanto”, è una sephira che è incaricata di mantenere equilibrio fra lato destro e sinistro e fra sopra e sotto. Questa sephira misura quanto di ogni cosa, come il volume dello stereo, quando lo giri e cerchi il volume perfetto, più equilibrato e armonico, stai usando Tiphareth.
Ogni forma di disequilibrio che sperimentiamo nella vita è relazionata al malfunzionamento di questo centro.
Una delle funzioni elevate di questa sephira è la capacità di identificare il vero dal falso, processa la verità, e questo è possibile solo quando dentro Tiphareth sono aperti tutti canali e l’energia raffinata delle altre sephiroth.
Poi troviamo Netzach, la Sephira della bellezza e della costanza, qui naturalmente la bellezza è un concetto specifico, è quella cosa che se c’è produce eternità, alterazione nella percezione del tempo. Quando Netzach è in funzione, significa che si sta facendo qualcosa di bello, e proprio per questo lo si potrebbe fare per ore e ore, per questo è considerata la Sephira che produce la costanza, la perseveranza, la durata, la resistenza, la sopportazione, la vittoria e l’eternità, questi sono tutti concetti legati alla bellezza, senza i quali non si potrebbe produrre in modo stabile.
Dalla parte opposta troviamo Hod, la sephira dello splendore e della maestà. Il compito di questa sephira è quello di produrre valore, utilità, importanza, rilevanza, eleganza, maestria, una persona che agisce in modo maestoso e splendente è vista come una persona di estremo valore, ma questo valore è reale se la persona è autentica e umile. Le insidie di questa sephira hanno a che vedere con il senso di importanza personale, il narcisismo, che schiaccia ogni forma di umiltà e autenticità, tutto si fa per fini utilitaristici, si aderisce ad un’agenda di obiettivi, tutto fa parte di una strategia, queste sono sono alcune delle condizioni negative di Hod in caduta.
Per capire la differenza fra Netzach e Hod basti pensare ad una persona che prova piacere perché vede qualcosa di bello e una che ha ottenuto un vantaggio. Entrambe si occupano a tempo pieno della produzione del piacere, infatti sono due sephire molto relazionate anche alla sessualità, ma hanno funzioni diametralmente opposte.
La penultima sephira scendendo è Yesod, che si occupa di ricapitolare tutto ciò che c’è di “fondamentale” da tener conto, è la Sephira dei desideri, dei bisogni, sede di tutte le immagini che emergono nella mente, è il centro dal quale noi passiamo all’azione, quindi è quello che contiene l’energia raffinata di tutti gli altri centri e che appunto determinerà la qualità delle nostre azioni e delle nostre reazioni a ciò che ci viene incontro nella vita.
Malkuth, è il vaso, è la terra, è il regno della manifestazione, dove tutto ciò che avviene su un piano sottile, condensa e si manifesta, per poi mandare un feedback di ritorno alla volontà, in modo costante. Quando ci occuperemo di descrivere la funzione di ogni singolo condotto vi sarà molto più chiara la funzione di ogni Sephirot.
CAMMINARE SUI PERCORSI
Per iniziare a familiarizzare con i percorsi di collegamento fra le Sephire un buon esercizio è prendere la parola chiave della Sephira di partenza e di arrivo e iniziare ad interpolare, per vedere se alchemicamente esce qualcosa di intellegibile e comprensibile.
Ad esempio nel caso di Keter, sappiamo che ha solo 3 collegamenti:
- Keter: la volontà di volere
- Keter – Hockmah: la volontà di sapere
- Keter – Binah: Volontà di capire
- Keter – Tiphareth: Volontà di equilibrare e armonizzare
Mentre per Binah sarà diverso, il suo centro di attività si muove attorno al capire e avremo uno schema di questo tipo:
- Binah – Keter: Capire cosa si vuole veramente (usare dei chiodi)
- Binah – Hockmah: Capire una serie di informazioni (usare i denti)
- Binah – Gevurah: Capire cosa è giusto (usare le gambe)
- Binah – Tiphareth: Capire se qualcosa è in equilibrio (usare gli occhi)
- Binah – Chesed: Amar capire o capire abbondantemente (usare i tramonti)
Come vedete il sistema riesce a isolare ogni parte della nostra psiche, prenderla in esame in modo singolo al fine di sviluppare quel tipo specifico di consapevolezza, anche nel caso nella persona sia latente, sia bloccata, o ce ne sia poca etc.
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Per approfondire l’argomento puoi iscriverti e visionare le registrazioni dei seminari.